rilievo penale del saluto fascista

Il cosiddetto ‘saluto romano’ o ‘saluto fascista’ (anche quando accompagnato dall’espressione ‘presenti e ne siamo fieri’) costituisce una manifestazione esteriore propria o usuale di organizzazioni o gruppi indicati nel decreto legge 122/1993, recante misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica o religiosa, ed è inequivocabilmente diretto a favorire la diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull’odio raziale o etnico; ne consegue che il relativo gesto integra il reato previsto dall’art. 2 del citato decreto legge. La natura di reato di pericolo astratto di tale ultima fattispecie criminosa impone, per la sua configurazione, che sia accertata l’idoneità della condotta ad offendere il bene giuridico, contestualizzando il comportamento dell’agente attraverso un giudizio ex ante. Tale contestualizzazione presuppone un accertamento finalizzato a verificare se la condotta dell’imputato è astrattamente idonea ad essere percepita come manifestazione esteriore o come ostentazione simbolica ed emblematica delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi di cui all’art. 3, L. 654/75 (Cass. 21409/19).

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